Il Libro di Orvinio

di Amaranto Fabriani

Edizione definitiva de Il Libro di Orvinio, scritto da un illustre personaggio della cittadina sabina.

Capitolo 19 - G. G. Frezza (incisore in rame)

Giovanni Girolamo Frezza nacque in Orvinio nell’anno 1659 e morì nel 1741 (vedasi nota a pagina 37 B del presente, in fondo alla descrizione)
Compì i suoi studi in Roma e a giovane età divenne celebre incisore in rame.
Risiedeva nell’Urbe e lavorò indefessamente fino a tardissima età.
Dalla superba incisione su lastra in rame, levigatissima (delle dimensioni di centimetri 21,50 X 19 di superficie incisa compresa la cornice, riproducente fedelmente le angeliche sembianze della Madonna SS.ma di Vallebona) (Santuario esistente nel territorio di Orvinio) incisione da me più volte ammirata e gelosamente conservata dal parroco della Chiesa Abbaziale di S. Nicola di Bari in Orvinio, si rileva che il Frezza la incise per una devozione in Roma nell’anno 1740 alla bella età di anni 81.
Nella Galleria Corsini, sita in Roma via della Lungara al n.10 piano II – Gabinetto delle Stampe, esiste una statua tratta da un incisione del Frezza, raffigurante un’allegoria, sulla quale oltre al nome e cognome del Frezza ed all’anno 1727, è inciso dall’autore quanto segue “Per acquisti rivolgersi dal Frezza in faccia alla Chiesa degli Scozzesi vicino a Piazza Barberini”
Detta stampa è conservata nel volume 57 n.12 al n.116.642.
Nello stesso ufficio si conserva un libro dell’anno 1837, classificato Magler – Volume n.4; ebbene a pagina 494 e 95 vi è descritta la biografia del Frezza e le incisioni da lui eseguite; il libro è scritto in tedesco.
Di fronte alla porta della Chiesa degli Scozzesi situata in Via delle Quattro Fontane (in prossimità di Piazza Barberini) vi è il portone n.10; dobbiamo ritenere pertanto che ivi era il domicilio del grande artista scomparso da me ricordato nell’Inno a Orvinio (pag.35).
In seguito ad indagini da me espletate, la casa ove ebbe i natali il Frezza, ritengo sia quella in via Manenti al 1° e 2° piano dei civici n.147-149-153 e 155, casa addossata alla Porta Vecchia, questa ora quasi totalmente demolita per allargarne la strada e prospicente la Piazza del Sole, già Piazza del Casalino.
Questo grande figlio di Orvinio attende sempre di essere degnamente onorato; speriamo che qualcuno se ne ricordi per il prossimo terzo centenario della sua nascita che ricorre nel 1959.
Quasi tutte le opere del Frezza sono riproduzioni di pitture e sculture celebri.
Presso la Regia Calcografia di Roma, sita in via della Stamperia, primo piano, sono conservati i seguenti rami incisi dal Frezza:

n. di
Quantità


classifica
dei rami
Specifica del soggetto
Annotazioni

incisi


907
1
Sacra Famiglia





1112
(?)
Soggetti Mitologici (riproduzioni da pitture
Dal catalogo che il gruppo si compone di
esistenti nel Palazzo Giustiniani in Bassano
20 rami incisi da vari artisti fra i quali il
Frezza al quale ne va attribuita solo una
parte

1335
3
S. Andrea - S. Giovanni - S. Matteo
Riproduzione statue degli Apostolo esi-
stenti nella Arcibasilica di S.Giovanni in
Laterano

1338
8
Tavola 34 - Minerva medica
" 35 - Venus Comam Ornans
" 44 - Fortuna
" 47 - Melpomene
" 48 - Thalia
" 61 - Filosofo
" 77 - Concordia
" 83 - Genio della Biga
1602
1
S. Giuseppe Anchieta
Presso la Galleria Corsini sita in Roma via della Lungara n.10 piano II (Gabinetto delle Stampe) sono conservate le seguenti stampe, tratte su incisioni del Frezza, ma si ignora dove siano conservati i relativi rami incisi dal grande Maestro.

Classifica

Quantità delle
Note
Volume
n.
Specifica del soggetto
incisioni

cartella 630
44
Papa Clemente XI
1
Fondo Nazionale
1002
14568 (147)
Cardinale Fondodarius
1

1005
14571(37)
" "
1

"
14571(65)
" Emericus Czacki
1

26M19
4639
Soggetto mitologico
1

27M18
10140
Francesco Albani
1

"
10141
Soggetto mitologico
1

"
10142
" "
1

"
10143
" "
1

"
10144
" "
1

"
10145
" "
1

"
10146
" "
1

"
10147
" "
1

"
10148
" "
1

"
10149
" "
1

"
10150
" "
1

"
10151
" "
1

"
10152
" "
1

"
10153
" "
1

"
10154
" "
1

"
10155
" "
1

"
10156
" "
1

57N12
116596
" "
1

"
116597
" "
1

"
116598
" "
1

"
116599
Annunciazione di Maria Vergine
1

"
116600
Natività di Gesù Cristo
1

"
116602
Gesù presentato al vecchio Simeone
1

17N12
116603
Gesù consegna le chiavi del Paradiso a S.Pietro
1

"
116604
Apparizione dello Spirito Santo agli Apostoli congregati
1

"
116605
S.Filippo Neri orante davanti al Crocefisso
1

"
116606
La Vergine che allatta il Bambino Gesù
1

"
116608
Sacra Famiglia con S.Giovanni Battista
1

"
116609
Sacra Famiglia con S.Giovanni Battista
1

"
116610
Assunzione della Beata Vergine
1

"
116611
Assunzione della Beata Vergine
1

"
116612
La Vergine col Bambino
1

"
116613
Fatto sacrilego davanti alla Madonna del Pianto
1

"
116614
S.Pietro converte le genti
1

"
116615
Santi in preghiera
1

"
116617
S.Andrea
1

"
116618
S.Matteo
1

"
116619
S.Giovanni da Capistrano
1

"
116620
Venerabile Nicola de Sios
1

"
116621
S.Pantaleo
1

"
116622
S.Andrea Corsini
1

"
116623
S.Agostino
1

"
116624
Santo con Angeli
1

"
116625
Ascenzione di Gesù Cristo
1

"
116626
Assunzione di Maria Vergine con religiosi
1

"
116627
S.Giovanni di Dio
1

"
116628
S.Francesco di Paola
1

"
116629
S.Francesco di Paola
1

Classifica

Quantità delle
Note
Volume
n.
Specifica del soggetto
incisioni

17N12
116630
S.Ignazio di Loyola
1

"
116631
Riproduzione di un Altare con Pala
1

"
116632
S.Vincenzo de Paoli
1

57N12
116633
S.Felice da Cantalice
1


116634
S.Andrea Avellino
1


116635
Altare di S.Luigi Gonzaga
1


116636
Santo in mezzo a tribù barbare e belve feroci
1


116637
Venerabile Fernus Dei Galeatius
1


116638
Due Venerabili
1


116639
Due Venerabili
1


116640
Adorazione della Sacra Famiglia
1


116642
Allegoria
1


116643
Padre Eterno con Angeli
1


116644
Adorazione della Vergine Assunta in cielo
1


116645
S.Giuseppe con la Vergine
1


116646
Sacra Famiglia e Angeli
1


116647
S.Margherita da Cortona
1


116648
Beata Caterina de Riccijs
1


116649
Piede destro di S.Teresa di Gesù
1


116650
S.Giuliana Falconeria
1


116651
Venerabile Battista Vernazza
1


116652
Scena Mitologica di Roma antica
1


116653
Giudizio di Paride
1


116655
Soggetto mitologico
1


116656
Soggetto mitologico
1


116657
Trio Austriaco
1


116658
Statua del Silenzio
1


116659
Statua di Antinoo
1


116660
Centauro
1


116661
Centauro
1


116662
Isis
1


116663
Archigalli
1


116664
Vaso artistico
1


116665
Riproduzione della Macchina eretta sulla piazza di Castel Gandolfo il 17 giugno 1717

116666
Riproduzione della facciata del Duomo di Orvieto
1


116667
Stemma Pignatelli
1


116668
Paesaggio (le Amerelle)
1


116669
Papa Clemente XI
1


116670
Papa Benedetto XIV
1


116671
Giovanni Fontana
1


116672
Ritratto di Prelati e Gentiluomini
1


116673
Ritratto di Prelati e Gentiluomini
1


116674
Ritratto di Prelati e Gentiluomini
1

Poiché risulta chiaramente che il Frezza è stato un artista molto prolifico, si deve ritenere per certo che oltre al rame conservato presso la Parrocchia di Orvinio ed alle incisioni sopra elencate, ne esistano delle altre presso Gallerie pubbliche e private.
Nella Biblioteca Sarti sistemata al secondo piano del Palazzo della Accademia di S.Luca situato nella piazza omonima prossima alla fontana di Trevi in Roma, ho consultati i seguenti libri dove si fa menzione del Frezza:

1) Allgemeines Lexikon der Bildenden Kunstler – volume XII, stampato Leipzig-Verlag Von E.A.- Seemann – anno 1916 – a pagina 449 si legge: nato a Canemorto, località vicino a Tivoli, l’anno 1659 e morto nel 1741; segue un elenco delle opere incise dal Frezza. Fra queste, risulta che nell’anno in cui morì (e cioè 1741) eseguì delle incisioni bulino ed acquaforte che si conservano agli Uffizi di Firenze.
2) Notizie Istoriche degli Intagliatori di S.Giovanni Gori Gandellini – Tomo II – Siena 1808. A pagina 43-44 e 45 oltre ad una descrizione delle opere da lui incise si legge: Apprese i principi del disegno da Arnoldo Van Vestherant, fu di vivace ingegno e di idee vaste; ha lasciato una infinità di stampe intagliate da se a bulino ed acquaforte, nelle quali si ammira la perfezione del disegno e la dolcezza del taglio che innamora gli amatori dell’arte onde con ragione fu stimato uno dei primi intagliatori del suo tempo.
Nota Bene: Ritengo che il decesso del Frezza sia avvenuto in Orvinio per i seguenti motivi: Poiché Roma era la sua residenza, se la morte l’avesse raggiunto in detta città, l’avvenuto decesso sarebbe stato trascritto sul Registro Atti di Morte della Parrocchia nella cui giurisdizione era compresa l’abitazione del Frezza.
Non avendo potuto individuare con certezza tale Parrocchia, sono stato costretto a recarmi all’Archivio Vaticano, ove ho attentamente e scrupolosamente consultati i registri degli Atti di Morte dell’anno 1741 di tutte le Parrocchie di Roma, ma non ho trovato alcuna traccia della morte del Frezza.
Escludendo Roma, quale luogo dove probabilmente avrebbe potuto avvenire il decesso, perché, penserà il lettore dovrebbe essere Orvinio?
Ora vedremo. Il Frezza, nell’anno 1740, avendo raggiunta la bella età di anni 81, forse presentendo l’approssimarsi del suo trapasso, decideva di lasciare alla sua patria un ricordo in onore della Madonna SS.ma di Vallebona, incidendone le Sacre Sembianze su di una levigatissima lastra di rame.
Lo stupendo lavoro venne eseguito per sua devozione in Roma nell’anno 1740 (certamente sullo scorcio di detto anno, perché è assodato che il Frezza ha lavorato a bulino ed acquaforte anche al principio del 1741, anno della sua morte). La splendida incisione è gelosamente conservata nella Parrocchia della Chiesa di S.Nicolò di Bari in Orvinio.
Se la detta lastra di rame è stata incisa in Roma, come risulta, come è giunta ad Orvinio in quell’epoca che non esistevano né aerei, né auto, né ferrovie e nemmeno strade carrozzabili, mentre non esisteva neppure allo stato intenzionale un sia pur rudimentale servizio postale o di corrieri?
Certamente il Frezza, che aveva sulle spalle 82 primavere, presentendo prossima la sua fine, abbandonò Roma, portando seco la celebre incisione in parola, per tornare alla sua Orvinio ove morì lo stesso anno 1741.
Disgraziatamente la Parrocchia di Orvinio in quell’epoca non aveva ancora istituito il Registro degli Atti di Morte, iniziato solo verso la fine del 18° secolo.




Continuazione (Da Orvinium a Orvinio)

Accertamenti successivi.

In seguito a metodiche ricerche eseguite su una copia litterale del famoso Regesto di Farfa, ho rilevate le seguenti notizie: In tutti i seguenti documenti in esso trascritti e cioè:
- Documento 1016 – Anno 1075 . Volume V – Pagina 19
- “ 1045 - “ 1080 . “ “ “ 47
- “ 1095 - “ 1084 . “ “ “ 90
- “ 1255 - “ 1090 . “ “ “ 235
- “ 1205 - “ 1110 . “ “ “ 198

redatti, come vedesi, fra gli anni 1075 e 1110, ricorre costantemente il nome di Canemorto, mentre in quelli quì sotto elencati, che vanno fra gli anni 1012 e 1062, ricorre quello di Malamorte:

- Documento 450- Anno 1012 – Volume III - pagina 163
- “ 633 “ 1012 “ IV “ 31
- “ 635 “ 1012 “ IV “ 32
- “ 572 “ 1017 “ III “ 279
- “ 518 “ 1019 “ III “ 229 (*)
- “ 522 “ “ III “ 231
- “ 521 “ 1025 “ III “ 230
- “ 573 “ 1032 “ III “ 280
- “ 567 “ 1036 “ III “ 274
- “ 996 “ 1036 “ IV “ 375
- “ 570 “ 1038 “ III “ 277
- “ 776 “ 1044 “ IV “ 184
- “ 938 “ 1062 “ IV “ 332


Pertanto deve ritenersi che il nome Orvininium fu deposto e sostituito con quello di Malamorte probabilmente fra il 917 d.c. (anno in cui fu costruita la Chiesa di S,Maria del Piano) e il 1012 (vedasi documenti 450-633 e 635 del Regesto; fra il 1062 e 1075 (documenti 932 e 1016 dello stesso Regesto) quello di Malamorte con Canemorto ed infine questo con quello di Orvinio, ripristinato con Regio Decreto del 29 marzo 1863.
A titolo di curiosità aggiungo che presso l’Archivio Storico Capitolino, collocato al primo piano del Palazzo dei Filippini in Piazza della Chiesa Nuova in Roma, trovasi l’antico archivio degli Orsini, già signori di Orvinio.
In esso si conserva una pergamena del 21 novembre 1378, riguardante la vendita di un pezzetto di terra in territorio di Canemorto in vocabolo “le Coste” fatta da Giorgio di S.Alberto a favore Giovanni Di Pietro, per la somma di otto fiorini d’oro – Notaro Giacomo di Carluccio di Canemorto – Tale pergamena ha sullo schedario il seguente riferimento: II A VII – 27.

(*) nel documento 518, alla parola Malamorte, vi è una chiamata in fondo alla pagina 229 che riporta integralmente: In una postilla marginale scritta per quanto pare verso il principio del secolo XVII, si legge: puto canem m(or) tuum, et non...Le lettere tra parentesi mancano nel testo perché risecate quando il codice fu rilegato.