Capitolo 10 - Casa del Manenti
L’insigne pittore cav. Vincenzo Manenti (della scuola del grande Raffaello Sanzio da Urbino) vero maestro del pennello, nacque in Orvinio nell’anno 1600 e precisamente nella casa Fabriani sita in via del Giardino (ora Umberto I) n.4, perché figlio di una Fabriani e lui stesso poi condusse a nozze un altra Fabriani.
Nella facciata della casa (fig.99-100) è stata apposta una bellissima lapide in marmo bianco, per eternare la memoria dell’Illustre Scomparso, opera pregevole del Prof. Ettore Ferrari.
Le sembianze del Manenti, riprodotte nel medaglione in bronzo fissato nella parte superiore di essa, sono state ritratte dal bellissimo affresco esistente nella Chiesa di S.Maria dei Raccomandati, riproducente S.Francesco che riceve le Stimmate, autodipinto dallo stesso Manenti mentre nella parete superiore sono scolpite la tavolozza con i colori ed i pennelli quali strumenti da lavoro che lo hanno sempre accompagnato nella sua lunga esistenza dell’Illustre Scomparso figlio degnissimo di suo padre anch’egli pittore e maestro del pennello; essa porta incisa la seguente dedica:
ALL’INSIGNE PITTORE
VINCENZO MANENTI
GLORIA SABINA
QUI’
OVE NACQUE IIICENTENARIO MCM – (1900)
Nell’anno 1900 mentre l’apposito Comitato si accingeva a festeggiare il III Centenario della nascita del cav. Vincenzo Manenti, l’anarchico Bresci il 29 luglio 1900 spegneva a Monza, con tre colpi di rivoltella, fra il rimpianto di tutti gli Italiani, il Re d’Italia Umberto I di Savoia, soprannominato “ Il Re Buono”.
Per tale luttuosa circostanza i festeggiamenti in onore del grande Maestro del pennello, venivano rimandati e si effettuarono con grande sfarzo nel settembre 1904 abbinandoli con quelli in onore di S.Nicola di Bari Patrono di Orvinio (fig.101).
Vedasi acclusa una copia autentica del manifesto per i festeggiamenti da me gelosamente conservata.
Notisi nel manifesto la marca da bollo apposta a sinistra della parola “Orvinio” in testa al manifesto stesso ed annullata col bollo a calendario dell’Ufficio del Registro di Orvinio sotto la data del giorno 11 settembre 1904.
Il manifesto è del seguente tenore:
ORVINIO
FESTE
In onore del Patrono
S.NICOLA
e
per il III Centenario dalla nascita
dell’insigne pittore Orviniense
VINCENZO MANENTI
PROGRAMMA
17 settembre 1904
Ore 12 - Sparo dei mortari
“ 18 - Primi Vespri solenni
18 settembre 1904
All’alba – sparo dei mortari
Ore 10 - Solenne messa in musica nella Chiesa Parrocchiale
Ore 11 – Processione del Santo Patrono
Ore 15 – Scoprimento della lapide commemorativa a Manenti, opera dell’illustre Prof.Ettore Ferrari
Ore 18 – Secondi Vespri
Ore 20 – Grandioso fuoco artificiale del pirotecnico Paolo Rosi di Rieti, e innalzamento di globi aereostatici - Illuminazione fantastica.
19 settembre 1904
GRANDE FIERA DI MERCI E BESTIAME
Ore 16 – Estrazione di una
TOMBOLA di £. 350
a beneficio della locale Società operaia di Mutuo Soccorso divisa come appresso: Cinquina in qualunque fila £.50 - 1° Tombola £.200 - 2° Tombola £.100.
Prezzo di ogni cartella centesimi 55 compresa la tassa di bollo.
Ore 19 – Illuminazione Veneziana ed a Bengala con innalzamento di globi aereostatici.
Le feste saranno rallegrate con servizio speciale dal rinomato concerto di Pescina, diretto dal distinto Maestro sig. Antonio Mercaldo.
Orvinio 1 settembre 1904
I COMITATI
Avvertenze
a) In caso di pioggia l’estrazione della Tombola sarà rinviata ad altro giorno da destinarsi con apposito manifesto.
b) Per norma dei signori Commercianti e forestieri si rende noto che è stata aperta al transito strada interprovinciale Orvinio – Percile – Mandela Staz.ne.
Foligno – Reale Stabil.to F. Campitelli
In tale ricorrenza il Dott. Armando Lucchetti allora Capo Ufficio dell’Agenzia delle Imposte Dirette e Catasto di Orvinio, compilò a bella posta il seguente Inno che poi fu musicato dal Prof. Luigi Alessi di Orvinio (questi decesso da pochi anni e trovasi sepolto al camposanto delle Petriane) e fu cantato a gran voce dagli alunni delle scuole di Orvinio per parecchie volte durante i festeggiamenti, accompagnati sempre dalla banda musicale di Pescina (Abruzzi) venuta espressamente per la lieta circostanza e da quella di Orvinio.
Trascrivo le parole dell’Inno dedicato a questo grande figlio di Orvinio vanto e gloria della nobile vecchia e gloriosa Sabina:
INNO AL CAV. VINCENZO MANENTI
Salve, salve possente Maestro
O splendor della forte Sabina
Nostra gloria tu sei cittadina
Perché Orvinio i natali ti diè
La tua fama d’insigne pittore
Da tre secoli a noi tramandata
Su quel marmo volemmo eternata
Onde ai posteri passi tuttor
Viva, viva il grande pittore
Che la patria sua onorò
Che d’Italia lo splendore
Nuova stella conquistò.
Come i prodi che fero olocausto
Di lor vita sui campi di gloria
Così pure immortali la storia
Chi con l’opre la patria onorò
Salve insigne, il tuo genio d’artista
A niun altro ti rese secondo
E benché tu partisti dal mondo
La tua fama immortale restò.
Viva ognora gridiamo in coro
Il Manenti gran pittor
Che col senno e col lavoro
Alla patria fece onor.
Ho visto con i miei occhi nei locali sotterranei della Casa Fabriani dove nacque il Manenti, due stemmi in pietra di antica e bellissima fattura; uno appartenente alla famiglia Fabriani, scolpito in un solo blocco di marmo bianco di Carrara, l’altro appartenente alla famiglia Manenti, scolpito in un monoblocco di travertino di Tivoli.
Tempo fa ne ho fatto ricerca perché avevo in animo di farli fissare nella facciata della Casa, dove certamente in origine dovevano essere collocati, al di sopra oppure ai lati della lapide del Manenti (fig.99).
Un mio parente che attualmente è proprietario del secondo piano della casa, nomato Fabriani Tersilio, da me interpellato in proposito, mi ha risposto che il dr. Lucchetti, autore dell’Inno al Manenti, siccome faceva parte anche lui del Comitato per le onoranze all’insigne pittore, in tale epoca si faceva consegnare dal suddetto Tersilio i due stemmi suddescritti col pretesto che il Comitato li avrebbe mandati a Roma per ripulirli per bene e poi sarebbero stati collocati nella facciata della Casa, quale degno coronamento della lapide.
Gli stemmi non sono più tornati e per quante ricerche ho fatte s’ignora dove siano andati a finire.
Non è da escludersi che il dr. Lucchetti, conoscendo oppure semplicemente intuendo il pregio storico artistico degli stemmi in questione, approfittando dell’altrui buona fede, ne abbia fatta una fonte di guadagno a tutto vantaggio personale.
L’anno scorso la facciata sottostante alla fascia di pietra dove poggia la lapide, poiché minacciava di crollare, è stata abbattuta e rifatta, però l’ubicazione delle porte non è quella originale; dal primo piano in su non è stato toccato nulla e la facciata è rimasta integra nella parte superiore.
Nel refettorio del Monastero di Subiaco esiste una grande pittura di parecchi metri quadrati di superficie, opera dell’insigne pittore cav. Vincenzo Manenti orviniense; si ritiene che tale pittura sia il capolavoro dell’insigne maestro.
N.B. Vincenzo Manenti, figlio di Ascanio (abruzzese e pittore anche lui, morto pochi anni prima dl figlio) nacque in Orvinio nel 1600 e morì in Orvinio stesso, l’anno 1674.
Tanto il Vincenzo che il padre Ascanio sono stati seppelliti entrambi nella tomba della famiglia Fabriani esistente nella Chiesa di S.Maria dei Raccomandati .
Per la storia, Vincenzo ebbe molti figli, uno dei quali fu iniziato alla pittura anche egli ma poi nulla più si è saputo di lui; forse abbandonò la pittura, preferendo qualche altra professione, mentre un altro figlio fu ucciso da un certo Ragazzoni di Orvinio.
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