Il Libro di Orvinio

di Amaranto Fabriani

Edizione definitiva de Il Libro di Orvinio, scritto da un illustre personaggio della cittadina sabina.

Capitolo 18 - Memento Homo

Le donne Sabine rapite al “Ratto”, secondo Dionigi, furono 683 (seicentottantatre) compresa la bellissima Ersilia riservata sposa a Romolo, primo Re di Roma.
I Sabini, decisi a lavare nel sangue l’onta subita, si prepararono in silenzio alla guerra e l’anno seguente al ratto delle Sabine, avvenuto sotto la protezione del dio gonfo nella Valle Murcia e precisamente dove attualmente esiste il Circo Massimo, guidati dal Re dei Sabini, Tito Tazia, suocero del secondo Re di Roma, Numa Pompilio, mossero in battaglia contro i Romani giungendo fino alle mura della Città Quadrata, superando persino la Porta Mugonia (ora scomparsa) situata in prossimità dell’Arco di Tito.
Per intervento personale della bellissima Ersilia la guerra cessò e fu fatto un patto di alleanza fra Romolo e Tito Tazio, rispettivamente Re dei Romani e del Popolo Sabino.

Il motto abbreviato S.P.Q.R. è nato in Sabina che voleva dire “Sabinis Populis Qui Resistet?” che voleva dire “Ai Popoli Sabini chi resisterà?”.
Fu risposto dai Romani “Senatus Populusque Romanus” che voleva dire “Il Senato e il Popolo Romano”.
Quindi fu cambiato in seguito in S.P.Q.S. significante “Il Senato e il Popolo Sabino”.